
Sugli effetti deleteri dell'inquinamento atmosferico per la nostra salute si va via via accumulando una serie di dati incontrovertibili: dal cuore ai polmoni, niente sembra al riparo dai gas di scarico delle vetture, cervello compreso, anche se finora le ricerche si erano limitate a constatare che le nanoparticelle come quelle prodotte dai gas di scappamento potessero penetrare nel cervello, senza conoscere le conseguenze di ciò. Lo hanno visto per la prima volta gli esperti olandesi analizzando il cervello di individui esposti ad inquinamento da traffico: hanno osservato un gruppo di persone poste in una stanza con aria pulita e poi in una in cui era stato ricreato un livello di inquinamento pari a quello di una zona cittadina trafficata nelle ore di punta.
Con l'EEG i neurologi si sono resi conto che già dopo la prima mezz'ora di esposizione l'attività cerebrale registrata risulta alterata; poi è un crescendo e l'alterazione perdura anche un'ora dopo che i volontari hanno lasciato la stanza 'trafficata'. "Crediamo questi effetti siano in gran parte determinati dalle particelle fuligginose che rappresentano una parte consistente delle emissioni dei motori diesel", hanno concluso gli autori del lavoro. Un'esposizione cronica all'inquinamento da traffico come quella cui è esposto chi abiti in grandi centri urbani, potrebbe dunque pesare sulla salute del cervello anche a lungo termine, non a caso più volte si è chiamato in causa anche l'inquinamento per spiegare l'aumento delle malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. (ANSA)
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