martedì 7 dicembre 2010

Enea fa il punto sul settore energetico

L’Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente ha presentato l’undicesima edizione del Rapporto Energia e Ambiente, che fotografa le dinamiche in atto nel sistema energetico nazionale e internazionale. A livello mondiale, nel 2009 gli investimenti nel settore energetico hanno subito una flessione a causa delle crisi economica: quelli in fonti rinnovabili hanno registrato un -7%, comunque inferiore al calo la del 19% registrata nel settore del petrolio e del gas.

In Italia, la domanda di energia primaria è calata del 5,8%rispetto all’anno precedente, con una contrazione significativa delle fonti fossili e una crescita di rinnovabili e importazioni di energia elettrica. La domanda nazionale è composta per il 41% da petrolio e per il 36% da gas, seguiti dal 5% di energia elettrica dal 7% di combustibili solidi. Rispetto alla media Ue, la Penisola si caratterizza per un maggior ricorso al petrolio, al gas e all’importazione di energia elettrica.

Il livello di dipendenza energetica dall’estero è rimasto sostanzialmente invariato, attestandosi intorno all’85%, rispetto a circa il 70% della media dei 27 Paesi Ue. La contrazione della produzione industriale nel 2009 ha comportato anche un calo della produzione nazionale di energia elettrica pari all’8,5%, con una diminuzione del 3,6% nel settore termoelettrico, basato per il 44% circa sul gas naturale.

Rispetto all’anno precedente, i consumi finali di energia sono diminuiti del 5,2%, con settori maggiormente colpiti dal calo della produzione industriale come i trasporti (-1,8%) e l’ industria (-20%). Di contro, è aumentato del 16% il ricorso all’energia da fonti rinnovabili che arriva a rappresentare un quinto dei consumi complessivi di elettricità.

Anche a livello produttivo, l’energia elettrica ottenuta dalle rinnovabili è crescita del 17%, pari a poco meno di un quarto della produzione complessiva nazionale. Settori quali fotovoltaico, eolico, rifiuti e biomasse hanno registrato l’incremento più significativo, raggiungendo una quota pari al 32%del totale dell’energia “verde”, che comprendono anche settori quali l’idroelettrico e il geotermico.

Per effetto della crisi economica e del conseguente calo dei consumi, le emissioni di CO2 si sono ridotte di circa il 15% rispetto al 2005. A livello mondiale, invece, nonostante la crisi economica internazionale e l’abbassamento dei prezzi, gli investimenti 2009 in renewable energy technologies sono aumentati del 230% rispetto al 2005.

Il Rapporto dell'Enea sottolinea come in Italia, per mantenere questa tendenza, occorra intervenire sul sistema energetico con misure più stringenti. La Penisola manifesta infatti difficoltà nella tenuta competitiva dell’industria nei nuovi settori delle tecnologie low-carbon. Negli ultimi anni, gli investimenti italiani in questi settori hanno mostrato un apprezzabile tasso di crescita, ma risultano ancorascarsamente concentrati sull’innovazione tecnologica.

Le politiche di incentivazione alle rinnovabili non hanno inciso sullo sviluppo di una soddisfacente filiera industriale nazionale, diversamente da quanto verificatosi in altri Paesi. Nel settore delle rinnovabili, inoltre, l’Italia mostra una propensione a importare componenti superiore alla media dell’Ue a 15, principalmente nel fotovoltaico.

di O.O da http://www.ingegneri.info

Scarica il rapporto ENEA

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